Prot. n. 11-02-23/CD
Ai rev.di parroci
e p.c. Amministratore Diocesano
Oggetto: EMERGENZA TERREMOTO TURCHIA-SIRIA
Carissimi,
come sapete lo scorso 6 febbraio, alle ore 04:17, ora locale, una scossa violentissima, di magnitudo 7.9 ha causato distruzioni gravissime sia nel sud-est della Turchia che nel nord della Siria. Alla data odierna il numero complessivo delle vittime accertate ha superato le 15.000, decine di migliaia i feriti. Il bilancio purtroppo sembra destinato ad aggravarsi.
Il terremoto ha impattato su una regione profondamente complessa e martoriata. Si tratta di una regione al centro di uno scontro geopolitico in atto ormai da più di un decennio, che vede la Turchia e la Siria come attori principali, uno contro l’altro, varie formazioni ribelli e terroristiche, nonché le formazioni curde che in Turchia, da decenni, lottano per un loro riconoscimento.
Anche in Siria i danni sono apparsi sin da subito enormi. La situazione è resa ancora più drammatica dalla condizione in cui versa il Paese: 12 anni di guerra che hanno devastato l’economia, le istituzioni, le infrastrutture e la comunità, a cui si aggiunge una pesantissima crisi finanziaria. Più dell’80% della popolazione siriana vive in condizioni di povertà e nel Paese vi erano già più di 6 milioni di sfollati interni, causati dalla guerra, molti di essi stanziati proprio nell’area colpita dal terremoto.
Caritas Turchia sta accogliendo gli sfollati in luoghi sicuri all’aperto, distribuendo coperte e pasti caldi. Sul medio e lungo periodo sarà importante pensare a progetti di più ampio respiro che rispondano ai bisogni crescenti della popolazione locale nello spirito della Caritas, senza distinzioni e seguendo lo spirito di Cristo di servizio a tutti i fratelli.
Caritas Siria è attiva in tutto il territorio colpito (ad eccezione della regione di Idlib) con programmi di assistenza umanitaria (distribuzione di generi di prima necessità), sanitaria (cure mediche per i feriti, medicinali, materiali e personale sanitario) e alloggi di emergenza, in grado di fornire un riparo il più confortevole possibile, cibo, acqua potabile e generi di prima necessità (coperte, indumenti pesanti, kit igienici…). Nel medio-lungo periodo sarà importante un lavoro di ricostruzione delle abitazioni e delle infrastrutture e una riabilitazione economica, ma anche di sostegno comunitario e individuale, per una popolazione che ha sofferto davvero troppo.
Caritas Italiana è impegnata in Turchia e Siria da molti anni in collaborazione con le rispettive Caritas nazionali. La rete Caritas internazionale sta organizzando dei team di supporto che affianchino le due Caritas nazionali nella gestione dell’emergenza, coinvolgendo operatori già basati nella regione che conoscono il contesto così delicato.
La Conferenza Episcopale Italiana ha deciso lo stanziamento di 500mila euro dai fondi otto per mille, come prima forma di aiuto alle vittime del terremoto e che servirà a far fronte alle prime necessità.
Pertanto, SI RACCOMANDA DI NON effettuare raccolte di beni materiali. Entrambe le Caritas nazionali hanno espressamente richiesto di non inviare beni dall’estero. Per le comunità italiane LA FORMA DI AIUTO PIU’ OPPORTUNA RESTA LA COLLETTA IN DENARO.
Si propone di avviare una colletta nelle comunità parrocchiali in favore delle popolazioni colpite dal terremoto in Turchia e Siria.
Le somme raccolte possono:
- essere depositate in Curia;
- inviate tramite bonifico bancario al conto intestato a DIOCESI DI SAN SEVERO, IBAN IT 03 J030 6978 6341 0000 0015 539, nella causale “Terremoto Turchia-Siria 2023”.
Le offerte raccolte saranno trasmesse a Caritas Italiana al fine di sostenere gli interventi che si stanno attivando in loco nei due paesi e che ho esposto in maniera sintetica sopra.
Tali raccomandazioni sono particolarmente importanti in questa emergenza data la complessità del contesto socio-politico nei due Paesi e nell’area colpita in particolare nonché il delicato equilibrio in cui operano le Chiese.
Per qualsiasi ulteriore informazione, potete contattarci.
Fraterni saluti.
San Severo, 9 febbraio 2023
Il direttore
don Andrea Pupilla
Photo credits: Khalil Ashawi/Save the Children